L'emozione profana della fotografia

 

  L'emozione profana della fotografia 

    Fotografie Marco Franceschini - Testi Silvia Confaloni 

 

 

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…curioso ciò che trasmette una fotografia.

Tanti dettagli, particolari infiniti, a partire dal colore degli occhi, dei capelli, il tipo di pelle: vellutata, matura, rugosa.

Centinaia di piccoli frammenti che ti raggiungono in un ritratto…

 

…se poi ci si aggiunge un’ambientazione tutto si amplifica.

Un mondo intero in un fotogramma: passanti abbondantemente addobbati, palazzi, alberi, foglie, cielo, auto, insegne luminose, cartelli pubblicitari, animali, fumo, polvere, pavimenti, chewing gum masticati su strade consumate, luci e…i suoni?

Dove finiscono i suoni?...

 

 

 

 

 

 

 

Credo che l’emozione particolarissima di una fotografia, parte della sua meraviglia e dello stupore che regala, sia proprio in questo fantastico fermo immagine, in questo suo essere regalo silenzioso, flash back di una vita che non torna mai uguale.

…mah, torniamo ai dettagli. 

 

Anche lo sfondo sfocato di una fotografia provoca emozioni, amplifica il soggetto, il gesto, l’espressione e vedere/non vedere l’ambiente, ma solo: luci avvolgenti dal color caramella concede a chi la guarda la possibilità di divagare, sognare, immaginare…sorpresa!

…cosa ci sarà oltre? Cosa pensa? Cosa guarda? Magari…è triste, allegra, curiosa, annoiata, o sfinita?

 

 

 

 

 

 Nel “mondo reale” dopo lo scatto rubato segue l’immagine esplicativa e vivendo il momento arrivi a capire il perché di quel gesto o espressione che può, il più delle volte, chiudere un cerchio di immagini, o meglio di movimenti che significa quello, o tutt’altro, che lascia dimenticata un’emozione per evidenziarne un’altra. 

Tutto dipende dall’attimo.

CARPE DIEM, l’attimo catturato non concede repliche e mai torneranno quelle fortuite condizioni ambientali che ti regalano l’emozione di un attimo. 

La fotografia.

In questo l’insostituibilità della fotografia la magia dell’arte del ricordo, catturato, rubato, cercato, voluto, fortunato.

Ed allora…si nota ogni cosa, il tempo che passa inesorabile, il tempo che è l’unica forma di giustizia uguale per tutti…e tutto, un circolo vizioso che ti trasporta da bimbo in carrozzina a vecchio che lo trascina; da uomo d’affari che ha bisogno di un po’ di dolcezza…

 

 

 

 

 

…da pensiero…pesante…che immobilizza per un lungo…ma non eterno momento, dove il non sentire permette di non vedere che tutto passa, e distoglie e distrae…

 

…tutto è vagare, tutto cambia e si fissa solo su una fotografia come nello sguardo immutabile di…un manichino…sempre uguale a se stesso, lui!